È la disciplina che studia i pollini, per ricostruire le condizioni del passato viene anche chiamata Paleo-Palinologia. Come in tante discipline geologiche, anche per questo tipo di disciplina è necessario fare un confronto con le situazioni del passato. Spesso viene raccolta la pioggia pollinica attuale e confrontata con il record pollinico nella stratigrafia del passato che si vuole analizzare. Consiste nell’isolamento e separazione e caratterizzazione dei granuli pollinici (attuali e fossili) eventualmente di spore di diverse specie vegetali. Ci serve per ricostruire l’attuale o la paleo-vegetazione. Viene fatta questa identificazione sulla base morfologica, il polline di ciascuna famiglia di piante ha una sua connotazione diagnostica, ha delle morfologie specifiche diverse, quindi siamo in grado almeno a livello di famiglia (raramente di specie) di ricostruire da quali specie questi pollini sono stati prodotti. Oltre alla morfologia, che è il primo indicatore, possiamo avere in alcuni casi informazioni sulla composizione della membrana protettiva, sulla distribuzione geografica e vedere spazialmente come si distribuiva la paleo-vegetazione.
I Vantaggi dell’analisi pollinica sono:
Ci sono molte piante superiori a grande produttività e quindi il segnale è piuttosto ricco ed evidente;
Siccome sono trasportate dal vento (e a volte dalle acque) possono ricoprire vaste aree, e quindi c’è una grande distribuzione a livello geografico esteso. In genere la membrana pollinica è abbastanza resistente (si preserva per diversi tempi di diverse centinaia di migliaia di anni) chiamata sporopollinina.
Preservazione in diversi tipi di ambiente;
Variabilità morfologica in grado di associarlo alla pianta produttrice.
Svantaggi:
per alcune tipologie di vegetazione, arrivo anche a determinare il genere, mentre in altri casi rimango a livello generale perché impossibilitato ad individuare la famiglia;
Preparazione dei campioni in laboratorio lunga e costosa;
Analisi al microscopio lunga e faticosa;
Possibilità di ottenere analisi quantitativamente significative non sempre possibile;
Scarsa o assente preservazione dei granuli pollinici in ambienti ossidanti o molto acidi;
Presupposti per l’utilizzo del polline come proxy paleoclimatico.
Lo spettro pollinico rispecchia la vegetazione che lo ha prodotto: esiste cioè una relazione nota fra la pioggia pollinica e la vegetazione.
Taxa sovrarappresentati: grandi produttori (anemogame - impollinazione operata dal vento) e grandi dispersori (es. Pinus)
Taxa sottorappresentati: scarsa produzione e polline pesante (entomogame – impollinazione ad opera di insetti), cattivi dispersori (es. Abies)
La distribuzione della vegetazione è influenzata dal clima e dalla fisiografia della regione.
Confronto tra la pioggia pollinica attuale e il record del passato.
Ci sono degli indicatori di Tipo Caldo, che sono:
- AP (Arborean Pollen)
- Quercus
- Elementi mediterranei
Poi ci sono degli indicatori freddo-aridi che sono.
- NAP (Non Arborean Pollen) cio scarsa vegetazione boschiva
- Artemisia
- Elementi della Steppa
Indicatori di Umidità Atmosferica:
- Abies
- Hedera
- Tsuga
- Cedrus
Indicatori di umidità Edafica (del suolo):
- Alnus
- Populus
- Salix
- Corylus
- Cyperaceae
- Felci (spore)
Abbiamo una abbondanza di Artemisia, una scarsità di NAP alla base, una abbondanza di pino, poi aumenta il Querceto e diminuiscono Pino, Artemisia e aumenta AP.
Questo è un classico passaggio tra Glaciale-Interglaciale.
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