CALCOLO DELLA SCALA DI DEFLUSSO IN ALVEI CON AREE GOLENALI


Quando la sezione presenta aree golenali che si possono assimilare praticamente a piani orizzontali, il calcolo della scala delle portate può portare a risultati errati se viene effettuato considerando la sezione nella sua interezza. Più precisamente, se non si ricorre a opportuni accorgimenti per la costruzione della scala delle portate, si determinerebbero scorrettamente portate decrescenti all’aumentare delle altezze idriche in prossimità delle quote corrispondenti al fondo alveo delle aree golenali. Infatti, il legame R(h), coerentemente alla definizione data del raggio idraulico, presenta una brusca diminuzione in corrispondenza del livello idrico a partire dal quale l’acqua invade l’area golenale. Applicando però questa relazione così com’è alle formule del moto uniforme, si avrebbero portate decrescenti al crescere dell’altezza idrica, cosa fisicamente impossibile nel caso di deflusso idrico in sezioni aperte.


È necessario, in tal caso, effettuare il calcolo della portata suddividendo la sezione nelle diverse aree di magra e di golena, con linee di separazione perpendicolari alle isotachie e quindi caratterizzate da sforzi tangenziali nulli. La portata relativa a ciascuna delle diverse parti in cui è suddivisa la sezione si calcola utilizzando come raggio idraulico la reale superficie di contatto tra l’acqua e l’alveo.


Nella pratica se la sezione è rettangolare molto larga, si possono confondere per semplicità le linee perpendicolari alle isotachie con le linee verticali passanti per i punti di separazione tra le diverse aree. Infine, le diverse portate relative alle varie parti in cui si è suddivisa la sezione si sommano per il calcolo della portata complessiva della sezione intera corrispondente al prefissato tirante idrico. Tale approssimazione ha però il difetto di condurre a sovrastime della portata defluente.





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