ANGOLO DI INCIDENZA CRITICO


Dalla Legge di Snell della diffrazione sappiamo che l’angolo della diffrazione deve essere maggiore dell’angolo di incidenza.
Sin i/ V1 = sin r/V2 
sin r= V2/V1* sin i significa che: arcsin [V2/V1 sin i]
Con 0< sini< 1 e V2/V1 >1 per ipotesi perché se V2>V1 allora V2/V1>1
La funzione arcsin è definita tra -1 e 1, significa che non posso calcolare l’arcsin di 1,5.
Dunque, se ho un angolo di incidenza di 60° avrò che il sin sarà uguale a 1,5 ma 1,5 non esiste nel campo arcsin. E quindi?
Non esiste la rifratta in ogni caso! L’angolo di incidenza critico esiste anche quando il processo coinvolge la conversione dell'onda sismica.

Il problema si pone quando l’onda incidente è di tipo S per cui la fase convertita ha un angolo più grande. La P riflessa convertita esiste quando l’angolo d’incidenza è minore dell’angolo critico. L’angolo Critico serve perché l’incidenza di un’onda sismica su uno strato con velocità maggiore incide con angolo superiore all’angolo critico e produce un’onda Rifratta Critica (Head Wave). Si tratta di un’onda che si propaga parallela alla superficie di discontinuità e rimanda indietro energia nello stesso mezzo, cioè si riflette.


Abbiamo uno strato con velocità V1 e sotto uno strato con velocità V2 maggiore. Quindi ci sono le condizioni di incidenza critica. Quello che accade è che se supponiamo un raggio con raggio di incidenza critica rispetto alla normale, l’onda viene sempre riflessa; se l’angolo di incidenza è maggiore dell’angolo critico avremo riflessione totale. Se è uguale all’angolo critico abbiamo la rifratta critica, per distanze maggiori, oltre alla riflessione. Se minore dell’angolo critico abbiamo riflessione e rifrazione.



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