I Foraminiferi sono organismi marini, unicellulari eterotrofi (Protozoi) che secernono o costruiscono con materiale esterno un guscio chitinoso, arenaceo o calcareo di dimensioni variabili. Essi hanno il loro guscio mineralizzato formato da camere.
Li possiamo distinguere, in base alle dimensioni in:
- Microforaminiferi: con dimensioni comprese tra 0,1 e 1mm;
- Macroforaminiferi: le cui dimensioni possono arrivare a 15 cm.
I Microforaminiferi sono sia Planctonici che Bentonici, mentre i Macroforaminiferi sono solo Bentonici.
Sono organismi marini che vivono a tutte le profondità e sono stati ritrovati come fossili in tutte le rocce sedimentarie marine in tutti i periodi geologici del Cambriano al Quaternario.
Le analisi biostratigrafiche si avvalgono, in sedimenti formatisi in acque marine poco profonde, di biozone basate sui grandi Foraminiferi bentonici, quali le Fusuline per il Carbonifero e Permiano, Orbitoline per il Cretaceo, Alveoline ed Orbitoidi per il Cretaceo e Paleogene, Nummulitidi per il Paleogene. In sedimenti pelagici, dal Cretaceo fino al Pleistocene, vengono utilizzate biozonazioni estremamente dettagliate basate sui Foraminiferi planctonici.
Altri esempi di applicazioni dei Foraminiferi sono lo studio delle variazioni climatiche, utilizzando le oscillazioni nelle frequenze di specie di acque calde o fredde, la stima delle paleotemperature, basata su analisi isotopiche dei gusci, le ricostruzioni del percorso e dell'intensità delle paleocorrenti, le ipotesi sulla profondità di sedimentazione delle rocce, basate sulle associazioni bentoniche tipiche di differenti zone batimetriche. Inoltre, nella calcite (CaCO3) del guscio dei Foraminiferi sono "intrappolati" gli isotopi di ossigeno nella proporzione presente negli oceani in un determinato momento: è quindi possibile analizzando la composizione isotopica dei gusci dei microfossili di foraminiferi risalire alla proporzione originale di questi isotopi nelle acque marine al tempo della deposizione del sedimento che contiene i fossili; studi geologici mostrano come una elevata presenza dell'isotopo 18 negli oceani sia indicazione di periodi di glaciazione, poiché nei ghiacci polari si trova preferenzialmente l'isotopo più leggero. Datando i sedimenti contenenti i foraminiferi dal punto di vista biostratigrafico e cronostratigrafico, risulta quindi possibile ricostruire la temperatura degli oceani nel passato ed evidenziare variazioni climatiche. Ad esempio, da questi studi risulterebbe confermata l'esistenza di variazioni cicliche del clima a scala globale, derivanti da variazioni dei parametri orbitali terrestri (cicli di Milanković).
Fra le applicazioni più recenti, che escono dal campo prettamente micropaleontologico, vi è l'uso dei Foraminiferi per studi su ambienti attuali (aree marine protette, aree inquinate o in risanamento ecc.), in cui alcune specie bentoniche, molto sensibili alle variazioni di temperatura, quantità di nutrienti, ossigenazione ecc., possono dare rapide informazioni sullo stato di "salute" dell'ambiente.
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